“Dai un pesce a un uomo
e lo nutrirai per un giorno.
Insegnagli a pescare
e lo nutrirai per tutta la vita”
Proverbio cinese
In un momento come quello che stiamo vivendo, sempre più persone si stanno avvicinando alla figura dello psicologo e stanno iniziando a varcare la tanto temuta soglia della stanza di terapia. Ci stiamo sempre più allontanando dall’idea che “dallo psicologo ci vanno i matti” o da quella che “a che mi serve parlare con uno sconosciuto” o ancora “a meno che non mi succeda una tragedia, perché andare a spendere i soldi per parlare?”; dubbi e stereotipi che non aiutano certo a stare meglio o a prendere coscienza del proprio malessere.
Abbattiamo gli stereotipi sugli psicologi
Sempre più persone si stanno rendendo conto che la figura dello psicologo non è marginale o superflua, ma che la salute mentale va e deve andare di pari passo con la salute fisica e che, come quando abbiamo un qualche problema fisico non ci facciamo problemi a chiamare il medico, così se sentiamo di essere affaticati e provati a livello psicologico, l’idea di iniziare un percorso non è più percepita e vista come stramba o lontana da sé.
La pandemia ha sicuramente messo a dura prova da tanti punti di vista e tante persone che vivono situazioni complicate e che fino a un anno fa riuscivano ad arginare o quantomeno a tamponare, oggi si ritrovano con le energie ridotte al minimo e, se c’era un qualche pensiero di chiedere un consulto psicologico, oggi ci sono meno tentennamenti e più decisione nel chiedere un aiuto esterno.
Non c’è un momento giusto o sbagliato per decidere di iniziare un percorso, fare la prima telefonata per chiedere un consulto po’ essere difficile, ma possibile. Non deve necessariamente esserci una ragione eclatante per iniziare, spesso accade che le persone si convincano di voler iniziare una terapia perché sentono delle difficoltà, ad esempio sul posto di lavoro, o perché hanno fatto tanti consulti medici per un dolore fisico che non trova una spiegazione medica e vedono la via dello psicologo come ultima spiaggia. In ogni caso, qualunque sia il motivo che spinge a iniziare un percorso, sicuramente sarà da accogliere e ascoltare.
Ma cosa si fa in terapia?
L’idea di iniziare una terapia può preoccupare o spaventare per tanti motivi. Innanzi tutto andare in terapia significa avere coraggio e decidere di non volersi più raccontare le cose come ce le siamo raccontate fino a quel momento. Andare in terapia significa prendere coscienza delle dinamiche che quotidianamente ci accompagnano, ma delle quali spesso non ci rendiamo conto ma ci influenzano e influenzano il nostro rapporto con le persone che ci circondano.
Significa anche rendersi conto e accettare che alcuni comportamenti, atteggiamenti, modi di fare che fino a quel momento ci hanno caratterizzato, probabilmente ci hanno portati in una data situazione, che potremmo voler cambiare e modificare.
Dubbi prima di iniziare la terapia
Un altro aspetto della terapia che spaventa può essere anche quello economico. È vero che in un primo momento questo può essere un peso, ma vi renderete conto presto può essere considerato come un investimento su se stessi e sul proprio benessere. Spesso spendiamo tanti soldi senza rendercene conto, magari per cose non necessarie. Facendoci un po’ più di attenzione, vi accorgerete che sarà un investimento temporaneo che potrà cambiarvi la vita.
Inoltre, c’è l’immagine, spesso errata e dovuta un po’ ai film o ai vecchi stereotipi, che una volta deciso di entrare in terapia, questa duri per anni e anni. In realtà, quanto durerà dipenderà molto dagli obiettivi che vi darete insieme al vostro terapeuta e che verranno decisi insieme e di certo non sono per forza di cose immodificabili! La terapia ha senso se tra il terapeuta e la/le persona/e che ha davanti, c’è una relazione sincera e di fiducia.
Una domanda che spesso si fanno le persone prima di chiedere un consulto e che suscita spesso curiosità è sapere cosa si fa dentro la stanza di terapia e come si possa, solamente attraverso dei colloqui, stare meglio. Quello che succede dentro la stanza è qualcosa che difficilmente si può spiegare a parole se non lo si è mai provato. Questo perché si crea una sorta di “bolla – spazio protetto” fatto di relazione, sensazioni, emozioni e sarebbe riduttivo provare a spiegarne la potenza.
Inoltre, per chi consulta un terapeuta sperando che prenda decisioni al posto suo o che compia delle scelte per lui, ne rimarrà deluso. Lo psicologo, infatti, non dà né soluzioni né pacchetti preconfezionati: l’aiuto di uno psicologo vi servirà per riscoprire quelle risorse che sono dentro di voi e vi aiuterà a trovare gli strumenti per affrontare non solo il momento difficile che state passando e che vi ha spinti a chiedere aiuto, ma per riuscire ad affrontare i momenti duri che prima o poi potrebbero ripresentarsi.
Vi sorprendere nello scoprire di cosa siete capaci!
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