“Il dolore che non parla
imprigiona il cuore
e lo fa schiantare.
(Macbeth, W. Shakespeare)”
La parola lutto viene dal latino lungere e significa piangere. Con questo termine ci si riferisce a un sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita, reale o simbolica, di una persona cara o per un distacco doloroso e definitivo da qualcuno o da qualcosa di molto importante. Il dramma della perdita e della separazione da una persona cara sono tra le emozioni più forti che siamo chiamati a vivere in quanto portano a un cambiamento inevitabile nella nostra vita e ci fanno sperimentare abbandono, senso di colpa, impotenza, rabbia, solitudine, paura e vulnerabilità.
Ogni perdita comporta un riadattamento
Ogni perdita comporta un riadattamento e un grande cambiamento di chi resta, che sia un evento al quale eravamo preparati (come ad esempio una perdita in seguito ad una lunga malattia) o un evento improvviso che ci coglie impreparati (come ad esempio un incidente). I distacchi fisici sono generalmente anche distacchi emotivi ed esistono separazioni che possono essere paragonate ad un lutto in quanto ne condividono alcune caratteristiche, come ad esempio la separazione dal partner, ma anche un grosso fallimento lavorativo.
Il dolore del lutto porta ad una grande ferita che, in quanto tale, ha bisogno del suo tempo per rimarginarsi, tempo che può variare da una persona all’altra, sulla base di diversi aspetti come il tipo di trauma/evento che ha portato alla separazione, le risorse personali di chi si trova ad affrontare il dolore, nonché le persone che le circondano, il legame che c’era con chi non c’è più ecc.
Questo periodo, detto di lutto fisiologico, varia tra le persone ma ha una durata che può andare dai nove ai diciotto mesi; è necessario questo tempo affinché si possa parlare di elaborazione del lutto.
Le cinque fasi del lutto
Kubler-Ross negli anni ’70 ha descritto le cinque fasi del lutto dalle quali ogni persona che subisce una perdita deve passare per elaborarlo:
- Fase della negazione/rifiuto: in questa fase la persona rifiuta la situazione che sente come intollerabile e se ne difende negandola, si osservano stordimento e incredulità.
- Fase della rabbia: la persona prova sentimenti di frustrazione, paura, insicurezza, bisogno o desiderio di aiuto.
- Fase del patteggiamento/negoziazione: in cui compaiono i primi segnali di progettualità e c’è una maggiore presa di coscienza della perdita.
- Fase della depressione: la rabbia delle fasi precedenti si trasforma e si manifesta in sentimenti depressivi e questa fase corrisponde a un periodo di chiusura.
- Fase dell’accettazione: in cui ricompaiono una significativa progettualità e una visione realistica del futuro. In alcuni momenti la persona potrà ancora provare rabbia e tristezza, ma con un’intensità minore.
Non sempre, però, queste fasi si susseguono regolarmente; può accadere, infatti, che alcune di esse non vengano mai raggiunte o superate e talvolta si può assistere a un congelamento in una di queste fasi del lutto e di conseguenza alla comparsa di alcuni sintomi apparentemente inspiegabili e di varia natura (somatici, comportamentali, emozionali, cognitivi, relazionali).
L’aiuto dello psicologo
In qualsiasi momento è possibile chiedere aiuto ad uno psicologo in quanto avere la possibilità di esprimere e condividere il dolore e la sofferenza è importante per ritrovare, con i tempi giusti e necessari, un equilibrio psichico, fisico e familiare nonché per riorganizzare la propria esistenza.
Se pensi di aver bisogno di una consulenza psicologica, puoi trovarmi:
- per email
- al numero di cellulare 349 4241925
“Il lutto avrà un esito positivo solo se la persona colpita riuscirà a dare libero sfogo alle proprie sensazioni e a dar voce alla sofferenza per la perdita subita. La maggior parte dei processi di adattamento si blocca in questa fase quando la persona non riesce a dar voce al dolore che, così, rimane incistato dentro. Dar voce al dolore è indispensabile per arrivare all’accettazione della perdita.”
(Sonia di Caro)
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