È più facile spezzare un atomo
che un pregiudizio
(Albert Einstein)
- Chi va dallo psicologo o è matto o è debole.
- Se non ha vissuto le mie stesse difficoltà non può aiutarmi o capirmi.
- Come può aiutarmi concretamente solo con le parole?
- Andare dallo psicologo costa troppo e la terapia è troppo lunga.
- Perché non posso risolvere i problemi con i farmaci?
- Perché pagare uno psicologo quando posso sfogarmi con un amico?
- Ah, sei uno psicologo! Allora devo stare attento a quello che dico! Riesci a leggermi nella mente? Ieri ho fatto un sogno…
- Sono fatto così, è inutile provare a cambiarmi.
- Perché dovrei parlare con uno sconosciuto dei miei problemi? E se poi li racconta in giro?
- Lo psicologo non deve avere problemi, altrimenti come può aiutarmi?
- Anche se sto male, me la cavo da solo.
- Cosa penserebbero di me i miei amici e parenti se sapessero che vado da uno psicologo?
- Alla fine, siamo tutti un po’ psicologi…
Queste sono solo alcune delle frasi o delle domande che nel corso degli anni mi sono sentita fare da amici, parenti, conoscenti o che si trovano leggendo opinioni qua e là o che si sentono in televisione o nelle serie tv.
La figura dello psicologo
La figura dello psicologo è stata da sempre circondata da un’aura di mistero, luoghi comuni ma anche pregiudizi. In generale c’è una grande confusione rispetto a questa professione, infatti, nel corso del tempo è stata confusa o associata a sciamani, guru e cartomanti, che dotati di bacchetta magica o sfera di cristallo si adoperano per risolvere i problemi.
Più recentemente sono anche emersi paragoni con parrucchiere, estetiste o anche con gli amici ma, senza niente togliere a nessuno di loro, fare ed essere psicologi è ben altra cosa. Decidere di iniziare un percorso psicologico significa assumersi la responsabilità di fare qualcosa per se stessi, smettere di lamentarsi che le cose non vanno come dovrebbero andare e decidere di fare qualcosa per cambiare.
Scegliere di andare dallo psicologo
Infatti, chi sceglie di andare dallo psicologo, non è né un matto né un debole, ma una persona coraggiosa che, stanca di lasciare che la vita scorra senza sentire di averne le redini, decide di riprenderle in mano e risalire sul proprio cavallo, con una nuova armatura che si andrà a costruire con l’aiuto dello psicologo.
Alcune persone pensano anche che non serva parlare con uno psicologo, che sia meglio assumere farmaci. Ma la via più semplice spesso non è la migliore: non fraintendetemi, in certi casi gli psicofarmaci sono utili e necessari, ma non possono essere la scorciatoia o la scusa per non mettersi in gioco. Il farmaco, infatti, potrà inizialmente togliere il sintomo, ma non porterà a conoscere le cause, l’origine e il significato a esso connesso.
Perché è importante rivolgersi a un professionista
Parlare di cose intime e personali con una persona che inizialmente non si conosce può destare preoccupazione o imbarazzo e per questo qualcuno potrebbe essere reticente nel chiedere aiuto e preferisce confidarsi con un amico fidato. Ma una cosa è sfogarsi, un’altra è invece affrontare i propri problemi con un professionista abituato a reggere certi contenuti, talvolta dolorosi e pieni di intensità, altre volte caratterizzati da un forte smarrimento e disorientamento generale, come una bussola smagnetizzata.
Con lo psicologo si andrà sviluppando, nel corso del tempo, una solida relazione, caratterizzata da empatia e fiducia, basata sull’ascolto e non giudicante, che fungerà da contenitore per proteggere tutto ciò che verrà fuori dalla storia. È importante ricordare anche che gli psicologi sono tenuti al segreto professionale e al rispetto della privacy e che venir meno a questo principio del codice deontologico è sanzionabile.
Psicologo e stereotipi
Un altro aspetto che emerge spesso e che è legato allo stereotipo dello psicologo come colui che niente lo scalfisce, che deve essere sempre tranquillo e accogliente, è quello che non deve stare male perché altrimenti non può essere d’aiuto alle persone. In realtà (allarme spoiler) lo psicologo è un essere umano! Quindi come tutti quanti, avrà dei difetti e dei limiti, delle preoccupazioni o dei problemi, ma nel corso della sua lunga formazione avrà sviluppato la capacità di scindere la sua vita privata dal proprio lavoro. Lavoriamo con noi stessi e con le nostre emozioni e solo mettendoci in gioco pienamente potremo davvero aiutare chi ci sta chiedendo aiuto.
Altra questione molto dibattuta riguarda il costo e la durata della terapia. È vero che è un momento storico difficile, che molte persone arrancano e che a volte trovare un buco in una giornata può essere complicato, perché significa dover gestire e sistemare impegni di lavoro e familiari. Ma è giusto anche pensare che decidere di andare dallo psicologo è un investimento che ciascuno di noi fa su se stesso e che quell’ora alla settimana o ogni due o al mese che a volte ci pare rubata a qualcosa che avremmo voluto fare o a qualcuno con cui avremmo voluto passare del tempo, avrà delle ripercussioni positive non solo su noi stessi, ma anche su chi ci sta intorno.
Saper contare sulle proprie forze è una caratteristica importante, ma è altrettanto importante riuscire a chiedere aiuto quando ci si rende conto di non trovare le risorse per andare avanti da soli e avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti. Chiedere aiuto è un atto di apertura verso gli altri e verso il cambiamento, significa scegliere di voler stare meglio e non di essere deboli.
Superiamo quindi i pregiudizi che imprigionano e scegliamo di volerci bene, affidandoci a chi di lavoro sceglie di fare proprio questo.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo (Mahatma Gandhi )
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