“Tutto quello che vuoi
è dall’altra parte
della paura”
Jack Canfield
La paura, come la gioia, la tristezza, la rabbia e il disgusto, è una delle emozioni primarie degli esseri viventi ed è fondamentale perché serve a metterci in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza. Di fronte a un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone (l’adrenalina) che induce cambiamenti fisici e mentali e ci prepara all’azione, che può essere di: fuga (flight), attacco (fight) o blocco (freeze).
Questo meccanismo era fondamentale per i nostri antenati e, anche se oggi sono cambiati gli stimoli che ci fanno paura, i cambiamenti corporei, i pensieri e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri antenati. La paura ha, dunque, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, mettendolo in guardia dai pericoli.
La paura diventa un problema
La paura, però diventa un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto. In alcune situazioni, infatti, può capitare che non si riesca a spegnere le nostre reazioni corporee e mentali di fronte a una minaccia che non è più presente e in questi casi la risposta allo stress, da adattiva, diventa eccessiva o talvolta cronica.
In queste settimane stiamo vivendo una situazione generale in cui la paura è l’emozione che la fa da padrona. Paura che noi o i nostri cari possiamo essere contagiati, paura della solitudine, paura di dover rimanere in casa per un tempo ancora non chiaro, paura per le incertezze che ci riserverà il futuro, paura delle ripercussioni economiche e sociali per il nostro Paese.
E allora ecco che il cuore batte forte nel petto, lo stomaco brucia, l’intestino si smuove, la fronte inizia a sudare, il respiro si fa corto e le mani e le gambe tremano. Queste sono alcune delle sensazioni più comuni della paura, che talvolta, se eccessive e senza un controllo, possono portare ad attacchi di panico veri e propri. In alcune circostanze invece, ci difendiamo dalla paura con altri meccanismi, sempre automatici, ovvero attraverso la preoccupazione o la distrazione.
La parola preoccupazione deriva dal latino e significa occuparsi prima, prevenire. Pertanto, il termine preoccupazione indica lo stato d’animo di colui che cerca soluzioni o rimedi a situazioni critiche o a eventuali pericoli futuri che non è detto si avverino. In questo modo pensiamo di rassicurarci, credendo di avere maggior controllo sulle situazioni, in realtà, però, è solo un modo per allarmarci prima del dovuto. Inoltre, in questo modo concentriamo tutte le nostre attenzioni sulle preoccupazioni future e ci sentiamo in balia delle circostanze.
Il consiglio, dunque, è quello di cercare di occuparsi e concentrarsi sul qui e ora, vivendo a pieno il momento presente perché altrimenti rischiamo di vivere sempre con l’attesa incerta che qualcosa potrebbe accadere, dimenticandoci che siamo noi gli artefici delle nostre azioni e dei nostri comportamenti a cui potremo andare incontro.
L’altro meccanismo automatico è quello della distrazione, che ci permette di spostare, temporaneamente, l’attenzione dall’oggetto della paura a qualcos’altro di più piacevole. Questa soluzione può dare un sollievo temporaneo, ma non può essere di certo risolutivo. Ci saranno momenti in cui la paura si ripresenterà e ci troveremo per forza di cose ad affrontarla e in questo modo non saremo preparati.
Come fare allora per affrontare le nostre paure?
Innanzi tutto è necessario accogliere, ascoltare e dare uno spazio alle nostre paure. Questo è il primo passo verso una loro consapevolezza. Possiamo decidere di affrontarle, nel qui e ora del momento presente e farci i conti. Inizialmente potrà sembrare banale, inutile o addirittura inconcepibile, ma è da qui che si può iniziare.
In alcuni casi le paure sono talmente tanto radicate e strutturate, che fare questo passaggio da soli può sembrare impossibile perché possono sembrare insormontabili, portandoci a credere che ormai fanno parte di noi e, crogiolandosi in questa idea, ci difendiamo, provando a non affrontarle. Ma in questo modo viviamo una vita a metà, privandoci di cose che vorremmo fare solo perché la paura o la paura di affrontarla ci sembra troppo grande. In questi casi chiedere aiuto a uno psicologo può essere molto utile, per supportarvi in questo passaggio e così da riuscire a vivere una vita piena.
Al momento, in ottemperanza al decreto ministeriale per il contenimento della diffusione del coronavirus, sto facendo terapia online con i pazienti. Si tratta degli stessi servizi offerti in presenza, ma attraverso Skype.
Se pensi di aver bisogno di una consulenza psicologica, puoi trovarmi all’email o al numero di cellulare (349 4241925)
Foto di copertina di Noah Buscher su Unsplash