L’infertilità della coppia è un problema sociale che riguarda due coppie su cinque ma, nonostante l’elevata frequenza, a oggi continua a essere un fenomeno sottovalutato.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infertilità come la condizione per cui una coppia non riesce a ottenere una gravidanza dopo un anno o più di rapporti sessuali non protetti. Viene fatta una distinzione tra infertilità di primo grado, nel caso in cui l’infertilità riguardi la prima gravidanza, e infertilità di secondo grado nel caso in cui le difficoltà insorgano nel concepimento del secondo figlio. Inoltre, sebbene siano considerati spesso come la stessa cosa, infertilità e sterilità sono in realtà due quadri diversi. Una coppia, infatti, è sterile quando uno o entrambi i partner sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile la procreazione.
La crescita del tasso d’infertilità ha un’origine multifattoriale: da una parte le trasformazioni dei bisogni sociali e culturali hanno posticipato la nascita del primo figlio. In Toscana il primo figlio arriva a 38 anni di età, mentre nel 1970 l’età media in cui si diventava madri era di 22 anni. D’altra parte sembrano incidere sulla capacità procreativa numerosi fattori ambientali come l’inquinamento, le sostanze tossiche e le cattive abitudini di vita, che hanno dimezzato la percentuale di spermatozoi per millimetro e ne hanno ridotto la motilità. Oltre a questi fattori non possiamo non considerare l’incidenza che possono avere anche la forte instabilità lavorativa, economica, familiare e sociale che appartiene all’epoca in cui viviamo.
In genere, dopo il consolidamento della relazione di coppia, i partner iniziano a fantasticare e a pensare alla possibilità di avere un figlio, come evoluzione naturale della relazione e come passaggio di ciclo di vita. Non in tutte le coppie, però, questo desiderio riesce a trasformarsi in realtà e sono sempre di più le coppie che si rivolgono ad un centro di procreazione medicalmente assistita (PMA).
La diagnosi di infertilità, in seguito a tutti gli accertamenti, può comportare sentimenti di incredulità, shock, rabbia, paragonabili a un lutto vero e proprio, ma che risulta difficile da elaborare perché riguarda non solo il presente, ma anche il futuro proprio e della coppia. Inoltre, è un’esperienza particolarmente stressante perché mette in crisi anche l’identità sia femminile, perché nega l’esperienza della maternità, sia maschile per ciò che concerne il tema della virilità.
La difficoltà a concepire un bambino non mette in discussione solo la possibilità per la coppia di diventare genitori, ma anche quella per i familiari di diventare nonni o zii, comportando, quindi, una riorganizzazione degli equilibri di tutta la famiglia più allargata. Se non arrivano figli, amici e parenti, non sapendo come comportarsi, possono oscillare tra il fare domande, che possono risultare inopportune, e il silenzio. La paura di ricevere tali domande, per una coppia che sta avendo questa difficoltà, può portare a farli isolare per evitare situazioni imbarazzanti e il tema figli può diventare un tabù.
Nonostante il problema dell’infertilità riguardi sempre più persone, non è facile reperire informazioni a riguardo e se ne parla ben poco. Essendo un argomento tanto delicato, diventa difficile per una coppia reperire informazioni dettagliate o sentirsi libera di fare domande, anche per la riservatezza cui tale argomento è connesso. Questo può portare una coppia a rivolgersi precocemente ad un centro di PMA per chiedere informazioni ed è noto che un terzo dei concepimenti avviene durante la fase diagnostica dell’infertilità o prima di iniziare le procedure di PMA, facendo riflettere su quanto la riduzione dello stress possa facilitare il concepimento.
La coppia che affronta queste difficoltà, si potrà trovare disorientata e confusa sul da farsi, sia che voglia intraprendere un percorso di PMA, sia che stia provando da tempo ad avere figli, ma senza riuscirci. In queste fasi tanto delicate da diversi punti di vista, sia personali che relazionali, il supporto di uno psicologo risulta di fondamentale importanza.
L’influenza dei fattori psicologici nel percorso di fecondazione assistita, così come l’importanza per la coppia di sentirsi sostenuta, sia nel caso in cui stia affrontando questo percorso, che nel caso in cui non stiano riuscendo ad avere un bambino, sono ormai molto chiari, in quanto aiutano a ridurre lo stress. Di fondamentale importanza sarà anche sostenere la coppia nelle situazioni in cui un figlio tarda ad arrivare o non arriva proprio, perché sarà importante aiutare la coppia a ritrovare una progettualità futura comune su cui investire insieme.
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Foto di copertina: Milan Popovic su Unsplash